giovedì 30 novembre 2023

Da Ca’pelletti Firenze l'evento “l’arte della sfoglina”




Nel pomeriggio di domenica 26 novembre, la locanda Ca’Pelletti in via dei Benci 41r a Firenze ha ospitato l’incontro “L’arte della sfoglina: due generazioni a confronto”. Erica Liverani, vincitrice della quinta edizione di MasterChef Italia, il talent culinario più popolare di sempre, e Romana Tamburini, presidente di Surgital SpA – prima azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata – si sono confrontate nella preparazione della sfoglia, icona della tradizione italiana, eccellenza riconosciuta in tutto il mondo. Il format ha visto le due protagoniste conversare in un gradevole contesto di intrattenimento in cui la testimonianza di una storia di tradizione e passione tipicamente romagnola si è intrecciata con quella di una moderna influencer esperta di cucina.


“La cucina per me è la ricerca di emozione, mi riporta ai ricordi del passato che amo ritrovare attraverso il cibo, i gesti e i sapori. – ha commentato Erica Liverani – È una passione che ho fin dall’infanzia, e sono pienamente convinta che far da mangiare per gli altri sia la forma d’amore più grande”.


“Fare un prodotto buono e genuino è il nostro obiettivo, così come portare tradizione e gusto nelle cucine di tutto il mondo. – conferma Romana Tamburini – Tramandare l’arte della sfoglia della pasta fresca è nostro compito, contribuendo così a mantenerla viva anche nelle generazioni future, orgogliosi di una storia tutta italiana che ci rappresenta”.


Al termine, molto apprezzati i piatti tipici romagnoli offerti in degustazione agli ospiti presenti che hanno inoltre riconosciuto che all’assaggio non esiste differenza tra la pasta realizzata con avanzatissimi impianti industriali e quella fatta a mano. In Surgital infatti si ama sottolineare “facciamo fare alle macchine ciò che si faceva con le nostre mani”.


L’incontro era parte del fuori cartellone della VI edizione del festival “L’eredità delle donne”, organizzata da ELLE con la direzione artistica di Serena Dandini, perfettamente inserito in questa manifestazione dedicata alle “Madri della patria” per valorizzare le figure femminili impegnate a diverso titolo nella società nel segno dell’empowerment femminile.


Ca’Pelletti Firenze, inaugurato con successo da un anno nel centro cittadino, appartiene alla catena di locande di proprietà di Surgital, ambienti accoglienti e conviviali in cui assaporare la cucina e l’atmosfera romagnola in perfetto stile casual dining, 365 giorni all’anno, con cucina aperta tutto il giorno a partire dalla “Signora Colazione” per proseguire poi durante la giornata senza limiti di orario, dal pranzo alla merenda, fino all’aperitivo e alla cena.


www.capellettilocandadiromagna.it

www.surgital.it


Fabrizio Del Bimbo 

lunedì 20 novembre 2023

Ca'Pelletti Firenze ospita l'evento "L'arte della sfoglina. Due generazioni a confronto"



Domenica 26 novembre, nella locanda del centro storico cittadino, a un anno dalla sua apertura, si terrà uno show cooking a tema dove Erica Liverani, vincitrice di Masterchef Italia, insieme a Romana Tamburini, presidente di Surgital SPA, prepareranno la sfoglia della tradizione italiana dialogando sulla cucina del passato, del presente e del futuro.


  Domenica 26 novembre alle ore 17.30 la locanda Ca'Pelletti in via dei Benci 41r a Firenze ospiterà l’incontro “L'arte della sfoglina: due generazioni a confronto”. Erica Liverani, vincitrice della quinta edizione di MasterChef Italia, il talent culinario più popolare di sempre, e Romana Tamburini, presidente di Surgital SpA – prima azienda italiana produttrice di pasta fresca surgelata – si confronteranno in un piacevole scambio di storie, aneddoti e segreti, per la preparazione della sfoglia, icona della tradizione del Belpaese, eccellenza riconosciuta in tutto il mondo.




L'incontro fa parte del fuori cartellone della VI edizione del festival “L’eredità delle donne"


Al termine della serata si prevede una degustazione riservata agli ospiti presenti.


L’ingresso è gratuito e su prenotazione inviando una mail a marketing@ca-pelletti.it

Nicoletta Curradi 

martedì 14 novembre 2023

Polara lancia Chioschì Luminarie Edition, i soft drink che illuminano la tavola

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In occasione dei 70 anni l’azienda di bevande siciliana ha vestito le bottiglie dedicate al consumo domestico con delle illustrazioni d’autore ispirate alle tradizionali luci delle feste di piazza siciliane. Bottiglie che arredano la tavola e stimolano il buonumore e la voglia di stare insieme



La tavola merita sempre buongusto ed eleganza. Non solo per le feste, ma nella vita di tutti i giorni. I soft drink hanno anche il compito di stimolare il dovuto buonumore. Ecco perché in occasione dei suoi 70 anni Polara (è nata in Sicilia, a Modica, nel 1953), ha deciso di presentare la Chioschì Luminarie Edition, bottiglie Pet da 0,95 lt con delle etichette d’autore illustrate, in grado di portare glamour, colore e luce alla tavola, anche nei più bui mesi autunnali e invernali.


“Chi produce Soft drink deve saper donare buonumore senza rinunciare a gusto e stile. – afferma Carmelo Polara, AD dell’omonima azienda – Le Luminarie sono il simbolo delle feste delle nostre comunità, del Natale, dello stare insieme anche nei momenti più bui e difficili. Fanno parte delle nostre tradizioni, sono le luci che uniscono le comunità e stimolano positività. Ecco perché abbiamo voluto creare un’edizione speciale che celebri la bellezza dello stare insieme, anche a casa. Con queste bottiglie vogliamo portare un po' di luce, gioia, gusto e contribuire a migliorare anche lo stato d’animo delle persone. A volte basta poco.”


La Chioschì Luminarie Edition prevede 3 gusti tutti tipicamente siciliani  Aranciata, Mandarino Verde e Mandarino al limone. Già dal nome del marchio è esplicita l’ispirazione all’antica tradizione dei chioschi delle bibite presenti ancora nelle città dell’Isola. Ricette e sapori cercano di mantenere quel legame con la tradizione dei “bibitari” che ancora oggi fanno parte dell’intera storia e della filosofia dell’azienda.


Gli ingredienti dei soft drink attingono dalle migliori materie prime siciliane, in linea con la visione dell’azienda sicula, di voler valorizzare per le proprie creazioni il meglio di ciò che arriva dal territorio siciliano. Arance, mandarini e limoni 100% di Sicilia sono i protagonisti dei soft drink made in Polara


Chioschì Luminarie Edition è un’interpretazione contemporanea, in chiave pop, volutamente distante dai soliti cliché utilizzati in altri territori, che celebra un’antica tradizione siciliana. Attinge dalle feste patronali e di comunità dei paesi e della città dell’Isola. Sono delle bottiglie accessibili ma glamour, con un’etichetta vintage (sono i 70 anni dell’azienda) con le luminarie che fanno da cornice a delle coppie che ballano, nella volontà di trasmettere un chiaro messaggio di vitalità, complicità, gioia, serenità, svago, complicità, libertà.


A 3 gusti corrispondono 3 diversi soggetti di etichetta. Il tema centrale è la rappresentazione della Vita di Sicilia, l’anima della filosofia e della visione di Polara, che merita di essere esportata in tutto il Mondo. Bottiglie instagrammabili, pensate per i millennials e la generazione Z, generazioni attente al gusto, alla qualità, allo stare insieme con semplicità, ma senza rinunciare al glamour, al design e alla capacità di distinguersi attraverso l’originalità


 Nicoletta Curradi


venerdì 20 ottobre 2023

Ad Assisi debutta Fratello Cibo

 




L’evento culturale e gastronomico valorizza le ricette di quattro religioni: dal 22 al 23 ottobre, proposte street food e show cooking 
con chef stellati, cena di gala e convegno

 
Attraverso il filo conduttore della gastronomia prende il via ad Assisi la prima edizione di FratelloCibo, l’iniziativa culturale e gastronomica che si terrà negli spazi congressuali del Sacro Convento i prossimi 22 e 23 ottobre. Una ambiziosa anteprima, la cui direzione artistica è stata affidata a Luigi Cremona, critico gastronomico tra i più autorevoli e amati d'Italia.

Un dialogo tra quattro religioni, quella Cattolica, Ebraica, Musulmana, Buddista, attraverso il cibo. Che è anche ricordi e sentimenti, integrazione interculturale e sociale. Il tema sarà al centro anche di un convegno, che richiamerà la partecipazione di autorevoli docenti e giornalisti provenienti da diverse zone d’Italia. 

Focus sul programma

L’iniziativa si snoderà tra la Piazza inferiore della Basilica di San Francesco, ovvero negli spazi congressuali del centro “Colle del Paradiso” del sacro Convento, e il ristorante Il Frantoio, poco distante dalla Basilica Superiore. 
Il sipario si alzerà domenica 22 ottobre con lo street food che, dalle ore 12 alle 17, nel cuore del Sacro Convento (sala Pietro Lorenzetti) proporrà alcune ricette con protagonista il pane, declinato in 4 versionilegate a quattro grandi religioni del mondo: Cattolica, Ebraica, Musulmana, Buddista. Per l’occasione, ospiti due chef di indubbio valore: Daniele Lippi (due stelle Michelin, Acquolina di Roma) e Adriano Baldassare (una stella Michelin, executive chef de "Li Somari" di Tivoli, con un trascorso all'esclusivo The Lodhi Hotel di Nuova Delhi). Saranno loro i protagonisti dei due show cooking durante i quali saranno presentate le ricette legate a due grandi religioni: Ebraismo e Cristianesimo. Ingresso libero, degustazione 10 euro per un calice e un assaggio, 5 euro per ogni ulteriore degustazione.

Per la sera, prevista una cena di gala con Filippo Baroni, chef del ristorante Mater, a poca distanza dall’Abbazia di Camaldoli, che nella panoramica terrazza del ristorante Frantoio proporrà un menu dove l’alta cucina reinterpreta ricette e prodotti legati al territorio e alla grande storia di questo eremo. Su prenotazione, ha un costo di costo 60 euro.

Largo spazio anche ad un momento di approfondimento: lunedì 23 ottobre, a partire dalle 9, nella sala della Pace del Centro Congressi “Colle del Paradiso” si terrà il convegno “Nutrire l’anima”: come le varie religioni del mondo hanno influito sul modo di alimentarsi di interi continenti. Una serie di prestigiosi relatori affronteranno i tanti temi che l’argomento suggerisce con un dibattito libero ed aperto ad ogni voce. 

L’evento, ad ingresso libero, si chiuderà con la degustazione della ricetta “Pane di ieri” dello chef Lorenzo Cantoni, a base di pane avanzato dal giorno prima e olio extravergine di oliva. Una semplice ma grande ricetta, che valorizza la cucina circolare e sostenibile. 

Per tutte le info e le prenotazioni telefonare al 3920452172 o scrivere via e-mail a segreteria@anna7poste.comIl programma nel dettaglio, compreso quello del convegno, è consultabile sul sito www.fratellocibo.it.

La rete dietro le quinte. 

L’appuntamento vede coinvolti Witaly, Federalberghi Umbria, il Fontebella Palace Hotel di Assisi di Elena Angeletti, vice presidente Federalberghi Perugia e titolare del Fontebella, tra gli ideatori dell’iniziativa insieme a Lorenza Vitali. Consulente tecnico Franco Sediari.

Coinvolti nell’evento l’Istituto alberghiero di Assisi e la cooperativa sociale Asad, che sarà operativa con i suoi utenti a supporto dei servizi catering. 

FratelloCibo si avvale del patrocinio del Comune Città di Assisi e della collaborazione dell’associazione Strada dei Vini del Cantico. L’organizzazione è a cura di AC Company di Andrea Castellani e Anna7Poste Eventi&Comunicazione. 

Nicoletta Curradi

giovedì 19 ottobre 2023

Università della Cucina Italiana: il vino in bottiglia di vetro ha un futuro?


'L'aumento dei costi dell'industria vetraria e l'esigenza di sostenibilità pongono l'interrogativo

Lezione inaugurale sul food design con il docente Angelo Minisci e il direttore Guido Mori

Al via il quinto anno di attività per l'unica scuola culinaria con valore accademico in Italia

 



Stappare una bottiglia d'annata, mescere in un calice di cristallo, brindare con i commensali e libare il pregiato “nettare degli dei”: per quanto noto e ripetuto l'atto del versare e del bere vino è un vero e proprio rituale nato con la storia dell'uomo e che oggi, nell'era della sostenibilità ambientale ed economica, affronta un radicale ripensamento nelle abitudini di consumo. È questo il tema della lezione che ha inaugurato l'anno accademico 2023/24 dell'Università della Cucina Italiana di Firenze su “Bottiglia e bicchiere: archeologia o futuro?”. Al dibattito hanno partecipato Guido Mori, direttore didattico, Angelo Minisci, docente di food design, Laura Ruggieri, public relations dell’azienda vitivinicola Carpineto di Montepulciano (Siena), Julian Biondi, docente e fondatore di FermenthinkS, Sofia Taiti, responsabile comunicazione web di Collevilca.

 

I vinai artigianali e non solo, sono sempre più alla ricerca di soluzioni innovative e “green” per il trasporto, la conservazione e il servizio di vini e spumanti, dalla riduzione dello spessore del vetro di bottiglia all'impiego di materiali alternativi come la plastica o l'acciaio, fino al cartone riciclato. Sullo sfondo c'è la variazione delle tariffe praticate dall'industria, il conto sul costo del vetro per il settore del vino è salito in media di circa il 70% in appena 12 mesi, nel 2022 (dati Unione italiana vini). Complici gli altri fattori di inflazione, il consumatore finale ha assistito a un rialzo dei prezzi medi a scaffale del +8,7%, finendo per acquistare meno vino (-6,1% a volume) nel primo trimestre 2023 (dati Osservatorio Ismea-Uiv).

 

Fiaschi, anfore e bottiglie magnum cederanno il passo un domani all'impiego di lattine, “bag in box” e caraffe alla spina? “La ricerca sui materiali alternativi non implica soltanto un nuovo imballaggio ma un'intera esperienza del vino nettamente diversa – spiega Minisci -.  Contenitori e bicchieri in vetro o ancor meglio in cristallo offrono precise attitudini comunicative a livello funzionale e percettivo verso la tavola, l'utente e la qualità del vino servito. L'aumento dei costi delle materie prime, la concorrenza estera e un potere d'acquisto sempre più limitato mettono in discussione il futuro del vetro in tavola. Il corso sul food design affronta questa materia mettendone in luce il valore aggiunto a livello semiotico, guardando al tempo stesso alla sostenibilità della produzione, della comunicazione e ai segnali che arrivano dal mercato”.

 



 “Dalla fondazione di Carpineto nel 1967 ad oggi, per quanto riguarda le bottiglie lo sforzo maggiore si è concentrato sull’alleggerimento del vetro e degli imballaggi che, per un’azienda il cui export incide molto, hanno un impatto consistente sull’ambiente. 

Nel 1968, le bottiglie della prima vendemmia pesavano 800 grammi, oggi meno della metà. Per la linea Dogajolo, un vino molto contemporaneo anche al gusto e molto amato anche proprio per le bottiglie, siamo scesi infatti a 360 grammi – racconta Antonio Mario Zaccheo cofondatore con Giovanni Carlo Sacchet della Carpineto, consolidata firma dei grandi rossi con cinque tenute ad emissioni zero nelle denominazioni storiche della Toscana.

“Per noi che produciamo molti vini longevi, e che spesso fanno un affinamento in bottiglia, il vetro continua ad essere l’unico materiale che garantisce qualità nel tempo.

Le bag in box e le bottiglie in PET, etc., hanno il problema di avere una durata di conservazione troppo ridotta, massimo 9 mesi, che per un’azienda che esporta molto anche in paesi lontani non è indicato.

Non escludo però che in futuro per vini meno strutturati, più leggeri, e con minor contenuto alcolico, andando peraltro incontro ad una tendenza di gusto che chiede vini meno alcolici, possiamo pensare anche a delle bag in box che il mercato nordico sembra pronto a recepire” afferma Caterina Sacchet, giovane generazione della Carpineto ed anche enologa.

 

L'Università della Cucina Italiana conferma anche per il quinto anno la tradizione inaugurale con un evento aperto al pubblico (l'anno scorso tenuto sulla “Cucina del futuro”). Nata per offrire percorsi di formazione in ambito enogastronomico di livello culturale accademico, la scuola garantisce corsi di valore legale certificati dal partner formativo Ateneo IUL (Università Telematica degli Studi), riconosciuti dal Ministero dell'Università e della Ricerca.

 

L'offerta si articola tra Master di primo livello e Corsi di alta formazione, al via da questo mese. Nel primo caso possono accedere i partecipanti in possesso di una laurea triennale, nel secondo è necessario un diploma di scuola superiore quinquennale (tutte le informazioni su universitacucinaitaliana.it).

 

“I giovani chef, maitre e sommelier devono orientarsi in un mondo in costante evoluzione, dove la sostenibilità e la trasparenza nella filiera enogastronomica vanno sempre più di pari passo con la ricerca di una qualità dei prodotti e dell'esperienza da parte del consumatore – sottolinea Mori -. Fino a 10 anni fa nessuno avrebbe messo in discussione in binomio vetro-vino, un vero totem della cultura enologica tradizionale ma l'attenzione al consumo energetico, all'impatto ambientale, all'accessibilità economica e alla ricerca sulle materie prime alternative hanno generato una nuova riflessione sui risvolti pratici del nostro lavoro. L'Università della Cucina Italiana offre ai suoi studenti un'ampia cultura di livello accademico, di cui il food design è una componente importante; in prima fila nel dibattito attuale la nostra scuola è il posto giusto per chi vuole diventare un professionista preparato e consapevole del domani".


Nicoletta Curradi

Fabrizio Del Bimbo 

martedì 3 ottobre 2023

Il Miele Millefiori di Castello Monte Vibiano

 



Castello Monte Vibiano è un’attività familiare multigenerazionale, con un’attenzione particolare alla natura e alle norme di eco-sostenibilità, infatti dal 2009 è la prima azienda agricola nel mondo a raggiungere il traguardo di zero emissioni di carbonio. Le terre della tenuta sono così suddivise: 40% -Agricoltura, 31% - “Silvicoltura protetta” per bloccare l’influenza dell’uomo, 29% - Il castello (residenza familiare privata) e questo rende la tenuta una delle più belle e protette aree del mondo. Nell'ottica di biodiversità e sostenibilità ambientale da poche settimane è stata avviata la produzione di Miele Millefiori, con la possibilità per i clienti di poter adottare una propria arnia e ricevere annualmente a casa 2,5 chili di prodotto.


Miele Millefiori del Castello Monte Vibiano


In questo habitat è nato un nuovo progetto di cui Castello Monte Vibiano è molto orgoglioso: Il Miele Millefiori. Giacomo Sensi, agronomo dell'azienda, è fortemente impegnato nello sviluppo di bio-distretti e così è nata l’idea di rendere la terra delle vigne, degli ulivi e quella che le circonda, l’espressione di un territorio sano e perfettamente in linea con la salvaguardia del pianeta. Vicino alla vigna San Giovanni, infatti, è presente un meraviglioso e incontaminato prato in cui tutto l’anno sbocciano meravigliosi fiori come giacinti, calendule, primule, tarassaco, margherite e mughetti. Il pensiero di poter creare uno spazio dedicato alle api, che sappiamo essere un bene prezioso per l’agricoltura delle nostre terre, è stato un passaggio immediato. Castello Monte Vibiano ha così scelto di avvalersi della consulenza di Emanuele Pagnotta Lorenzetti e dell’azienda agricola Augusto Coli, che opera nel settore dell’apicultura e del miele, con sede a poche centinaia di metri dai nostri vigneti. 


Adottare un'arnia al Castello Monte Vibiano

Chiunque fosse interessato potrà adottare le api di un‘arnia e beneficiare in esclusiva del loro miele millefiori. Con una spesa di 400 euro si potrà ricevere, ogni anno, direttamente a casa 2,5kg di Miele Millefiori per la durata di 5 anni. I primi barattoli di questo nettare sono disponibili da settembre 2023. L’adozione delle api e la relativa fornitura di miele potrà essere effettuata accedendo al sito dell'azienda e consultando la pagina dedicata al progetto.

www.montevibiano.it

Nicoletta Curradi 

mercoledì 9 agosto 2023

Torna la Settimana dell'Olio in Puglia


AL VIA LA 7a EDIZIONE DE “LA SETTIMANA DELL’OLIO” IN PUGLIA, L’EVENTO PER SCOPRIRE L’ORO VERDE DI VIESTE




 IN SCENA DAL 28 AGOSTO AL 1^ SETTEMBRE 2023 A VIESTE, SUL GARGANO


ECCO IL PROGRAMMA E GLI OSPITI: ASSAGGIATORI DI OLIO, PRODUTTORI, CHEF, PIZZAIOLI, PANIFICATORI, SOMMELIER, GIORNALISTI, BLOGGER, MAESTRI DI YOGA E MINDFULNESS


Torna per il settimo anno consecutivo a Vieste, sul Gargano, l’appuntamento con “La Settimana dell’Olio”, organizzata dal Comune di Vieste con il patrocinio di Regione Puglia, Ente Parco Nazionale del Gargano,GAL Gargano, Associazione Italiana Frantoiani Oleari, Associazione Nazionale Città dell’Olio, CNA, Slow Food Gargano e con la collaborazione di Fondazione Grani Futuri, Associazione La Rinascita dei Trabucchi Storici, Oleum Associazione Professionale Internazionale Assaggiatori Olio di oliva, Associazione Cuochi di Gargano e Capitanata. Media partner de “La Settimana dell’Olio 2023” è Food Confidential.


Dal 28 agosto al 1° settembre 2023 la capitale del turismo pugliese ospiterà un mondo di appuntamenti alla scoperta dell’oro verde. L’evento, presentato oggi in conferenza stampa a Bari, prevede mercatini, corsi di assaggio, spettacoli, degustazioni, laboratori, cooking show, speech e incontri a tema rivolti agli abitanti di Vieste, ai turisti, ai curiosi e agli appassionati di olio. “La Settimana dell’Olio”, infatti, mira a far conoscere ai numerosi visitatori che scelgono Vieste per le vacanze estive un mare diverso, fatto di ulivi e dei loro frutti; a creare connessioni tra gli operatori del settore, a favorire una formazione mirata e una maggiore conoscenza dell’olio extravergine di oliva.

 


«La Settimana dell’Olio in programma a Vieste» - ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia - «è un esempio concreto di come è possibile tenere insieme le comunità locali, attive nella produzione dell’olio, con la volontà di estendere la riflessione sul valore salutistico e di promozione del territorio che l’olivicoltura ha alle nostre latitudini. È un sistema inclusivo che ruota attorno ad un prodotto come l’olio extravergine d’oliva, ambasciatore assoluto della Puglia nel mondo. Come assessorato stiamo lavorando sul Complemento di sviluppo rurale 2023-2027 per quello che sarà il nuovo piano straordinario olivicolo della Regione Puglia: ma è importante avere le comunità locali che siano d’esempio nel fare rete per la valorizzazione del nostro olio di qualità. Passare dal paesaggio, dalla cultura dei nostri ulivi, all’assaggio degli oli che permette di comprendere le qualità organolettiche del prodotto, è un avanzamento culturale fondamentale per la tenuta della salute delle persone e dell’intero sistema economico-produttivo della nostra Regione».


«Siamo davvero felici di organizzare a Vieste, per il settimo anno consecutivo, questo appuntamento che ha l’obiettivo di promuovere il principale prodotto agroalimentare del territorio. Crediamo nella promozione e nella valorizzazione dell’olio, nella formazione dei produttori e dei ristoratori. Lavoriamo con continuità per diffondere una maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo prodotto», ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura del Comune di Vieste Dario Carlino.


A ribadire l’importanza de “La settimana dell’Olio” è stata anche Sabrina Pupillo, direttrice organizzativa dell’evento, tecnologa alimentare e assaggiatrice professionista di olio, che ha dichiarato: ”La Settimana dell’Olio” fa parte di un progetto più ampio, messo in campo dal Comune di Vieste per la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva e per la crescita del comparto olivicolo-oleario viestano. Le attività divulgative rivolte al grande pubblico consentono di accrescere la consapevolezza del consumatore, facendogli conoscere le caratteristiche di un vero extra vergine. Dall’altro lato le attività formative e di confronto, maggiormente dirette agli operatori del settore, consentono ai produttori sia di accrescere le proprie conoscenze in un’ottica di miglioramento qualitativo continuo e costante della produzione olearia, sia di fare rete con altri produttori e attori della filiera provenienti da più parti d’Italia. Le attività in programma si svolgono su tutto il territorio viestano: dalle aziende agricole ai frantoi, dal borgo al mare. L’olio diventa quindi il filo conduttore che accompagna il visitatore alla scoperta del territorio e delle sue realtà produttive».


 


IL PROGRAMMA E GLI OSPITI


Sono tanti e prestigiosi gli ospiti attesi a Vieste dal 28 agosto al 1° settembre 2023 per la 7^ edizione de “La Settimana dell’Olio”.


Assaggiatori di olio, produttori, chef, pizzaioli, panificatori, sommelier, giornalisti e bloggerprenderanno parte all’evento guidando i partecipanti in un viaggio affascinante e avvincente nel mondo dell’oro verde, alla scoperta di saperi, gusti, curiosità, storie di eccellenza e innovazione.


Sono più di 25 gli appuntamenti in programma per vivere il mondo dell’olio a tutto tondo, che andranno in scena tra uliveti secolari, frantoi, terrazze panoramiche e piazze suggestive della capitale del turismo pugliese, pronta a ergersi per una settimana a capitale dell’olio extravergine di oliva.


Tre saranno le realtà protagoniste del format “A tu per tu con il produttore”, che prevede assaggi guidati di oli extra vergini di oliva.


Il Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dell'Olio Extravergine di Oliva a Indicazione Geografica Protetta “Olio di Puglia”, che sarà rappresentato dalla sua presidente Maria Francesca Di Martino, titolare delle aziende agricole Di Martino e Frantoio Schinosa, che crede nella valorizzazione dell’olio E.V.O. tramite sistemi di qualità che certificano il legame del prodotto con il territorio di produzione.


La cooperativa agricola Colli Etruschi (premiata come frantoio dell’anno dal Gambero Rosso 2022) che dal 1965 rappresenta un modello vincente di cooperazione. Nel 2005 ha ottenuto la Dop Tuscia e oggi conta oltre 330 soci con 40mila olivi distribuiti in 800 ettari a Blera e dintorni, nel cuore della Tuscia. In rappresentanza della cooperativa ci sarà il direttore Nicola Fazzi.


L’azienda agricola e frantoio Le Tre Colonne - rappresentata da Salvatore Stallone - che produce a Giovinazzo olio extra vergine di alta qualità con dedizione e competenza. Con oltre 15 anni di esperienza, l'azienda è un faro nell'olivicoltura italiana, realizzando oli dalla forte impronta territoriale e dall’alto valore salutistico.


I produttori Francesca Petrini e Savino Muraglia saranno protagonisti insieme a Toni Augello di “Chip”, il microfestival d’innovazione sociale, ospitato all’interno della 7^ edizione de “La Settimana dell’Olio”.


Francesca Petrini è presidente nazionale CNA Agroalimentare, con suo fratello Cristiano gestisce Fattoria Petrini, azienda riconosciuta tra le eccellenze italiane del turismo legato all'olio. Innovatrice in campo oleario produce oli E.V.O. arricchiti in vitamine, notificati al Ministero della Salute e protetti da Brevetto Internazionale; Savino Muraglia è presidente di Coldiretti Puglia e titolare del Frantoio Muraglia (con sede ad Andria), che esporta l’olio pugliese in 54 paesi del mondo e i cui orci in ceramica dipinta a mano dai grandi maestri ceramisti pugliesi godono di fama e riconoscibilità.


Tra gli ospiti di questa edizione ci sarà anche Indra Galbo, esperto di oli d’oliva, capo panel della guida Oli d'Italia e giornalista per Gambero Rosso. Insegna analisi sensoriale degli oli da oliva in master e corsi in tutta Italia. Tra i più esperti assaggiatori professionisti in Italia, è giurato in concorsi oleari nazionali e internazionali. Si dedica da oltre 10 anni alla promozione della cultura dell'olio.


“La Settimana dell’Olio” proporrà diversi abbinamenti con l’oro verde, tutti guidati da esperti di diversi settori.


“Pane & Olio” è l’incontro con Grani Futuri - il movimento culturale, economico e sociale ideato nel 2016 da Antonio Cera, che si pone come obiettivo la valorizzazione della terra e del pane - che prevede un focus sul saper abbinare e riconoscere un buon pane e un buon olio. Insieme ad Antonio Cera ci sarà il pizzaiolo e panificatore Davide Fiorentini, che ha creato uno dei progetti più belli legati all’arte bianca: “O Fiore Mio Hub” a Faenza, un bellissimo centro di studio e ricerca sull’arte della lievitazione, dal pane alla pizza passando per la croissanterie e grandi lievitati. È in attesa di conferma la partecipazione all’incontro di Vincenzo Franco, di Pitti Immagine.


Nicolangelo Marsicani, che nel 2022 ha ricevuto il premio speciale Frantoio dell’anno nella guida Oli d'Italia del Gambero Rosso, terrà l’incontro su “Qualità & Olio”, incentrato sulla conservazione dell’extra vergine di oliva per il mantenimento delle sue caratteristiche qualitative. Erede dell’azienda di famiglia che da quasi un secolo si occupa di extravergine nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Marsicani è un imprenditore illuminato e attento all’innovazione. La sua esperienza come olivicoltore e frantoiano ha dato vita ad una vera e propria scuola sul suo territorio; interviene anche nelle produzioni di altre aziende, in Campania ed in diverse regioni d’Italia, che da lui si fanno guidare per la creazione di extravergini di altissima qualità.


Di “Cibo & Olio” si parlerà con Giuseppe Cupertino, esperto di hotellerie di lusso in Europa, formatosi in Economia del Turismo a Perugia. Da oltre 10 anni è nel team di Borgo Egnazia come Wine Experience Manager, gestisce cantina, carte vini e oli. È presidente FIS (Federazione Italiana Sommelier) e AISO (Associazione Italiana Sommelier dell’Olio) in Puglia.


Protagonisti dell’incontro su “Pizza & Olio” saranno il pizzaiolo Alessio Muscas di San Martino Pizza & Bolle a Roma - che ha maturato una lunga esperienza in “Lievito” a “Sbanco”, insegne firmate Callegari, e andando a scuola di panificazione da grandi maestri come Franco Palermo e Roberto Pugliese presso il Forno Monteforte - e Nerina Di Nunzio, founder di Food Confidential, esperta di marketing e comunicazione L’incontro vedrà la partecipazione dell’Associazione Pizzaioli del Gargano.


Dario Stefàno, senatore e docente di Economia e gestione delle imprese turistiche all’Università di Roma, scrittore e viticoltore, promotore della legge sull’Oleoturismo, presenterà il suo libro - scritto a quattro mani con la giornalista enogastronomica e di Cronache di Gusto Fabiola Pulieri - “Oleoturismo opportunità per imprese e territori”.


Non mancherà l’appuntamento con “Yoga & Olio” a cura di Mey Lin, che dopo anni di studio in India, patria dello Yoga, ha deciso di tornare a Vieste portando professionalità e innovazione.


Lo show cooking Oliocentrico sarà tenuto dallo chef Mario Falco - presidente dell’associazione Cuochi Gargano e Capitanata e consigliere nazionale della Federazione Italiana Cuochi per la Puglia - da sempre impegnato nella promozione e valorizzazione del patrimonio enogastronomico di Capitanata, insieme alla food blogger pugliese Emanuela Carbonara, che da alcuni anni attraverso “Il cucchiaio saporito”, con la Puglia nel cuore, prepara uno stivale di ricette raggiungendo oltre 100  mila persone.


Media partner de “La Settimana dell’Olio 2023” è FoodConfidential.


Sponsor dell’evento: Acqua Orsini, Tesori d’Apulia, Rosso Gargano, Azienda Agricola Il Parco.


La partecipazione a tutti gli appuntamenti è ad ingresso libero, i posti sono limitati. Prenotazione obbligatoria al numero 3203869243.

PER MAGGIORI INFO:

info@foodconfidential.it

Nerina Di Nunzio

VERY #FOODCONFIDENTIAL


 Nicoletta Curradi 


lunedì 10 luglio 2023

Cucina: La carbonara? "Un piatto americano"

  

La storia della ricetta all'Università della Cucina Italiana




L'esperto Luca Cesari sfata falsi miti legati alla pasta popolare in un dibattito con degustazione di una ricetta del 1954. Il messaggio ai futuri professionisti: "Nessuno ha mai creato un piatto dal nulla. Studiare la cucina che ci ha preceduto amplia il bagaglio culturale di un cuoco"


Una famosa, per una portata regina dei pranzi più gustosi, capace di mettere d'accordo tutti (o quasi) intorno a tavola, con un pubblico di estimatori in tutto il mondo: la pasta alla carbonara ha guadagnato negli anni una popolarità tale da essere diventata quasi un emblema identitario della cultura culinaria italiana, e non solo. Ma cosa accadrebbe se scoprissimo che la presunta italianissima pietanza condivide una storia con gli Stati Uniti e che la formula "tradizionale" (guanciale, uova, pecorino, niente panna) è apparsa solo alla fine degli anni Sessanta?



Sì, perché di questo si è parlato a Firenze, nella sede dell'Università della Cucina Italiana, in un evento destinato a sfatare falsi miti su "La carbonara – un piatto squisitamente americano". Proprio questo, infatti, il tema della serata con Luca Cesari, storico enogastronomico e docente dell'accademia culinaria, nel corso di un dibattito con il direttore Guido Mori, seguito dalla degustazione di una ricetta di pasta alla carbonara del 1954, riservata a un pubblico ristretto di invitati e intenditori.


Talmente amata nel nostro Paese e non solo, la carbonara è finita spesso al centro di fenomeni di costume, come la recente manifestazione degli "attivisti della pastasciutta" alla Fontana di Trevi a Roma. Un clima di "indignazione" culinaria seguito da una mobilitazione social, per difendere la "tradizione italiana" e romana del prelibato piatto, insieme ad altre preparazioni.



Eppure, una lettura approfondita delle radici della cucina italiana porterebbe a riconsiderare meglio alcuni presupposti, come spiega lo stesso Cesari, autore del libro "Storia della pasta in dieci piatti. Dai tortellini alla carbonara" (Il Saggiatore, 2021). Secondo un racconto mai smentito fu Renato Gualandi, giovane cuoco bolognese, a inventare un piatto di pasta con uova, bacon, panna e formaggio, per gli ufficiali degli eserciti americano e inglese, nella Riccione appena liberata nel 1944. La ricetta lo avrebbe seguito poi a Roma, dove si recò a lavorare nei mesi successivi, finché la “carbonara” viene nominata per la prima volta in un film, “Cameriera bella presenza offresi” (Giorgio Pastina, 1951).



La prima prescrizioni della ricetta appare nel 1952 in un libro americano, una guida ai ristoranti del quartiere North Side di Chicago, nella recensione del ristorante Armando's e solo due anni dopo compare per iscritto nel nostro Paese, nella rivista “La Cucina Italiana”: spaghetti , uova, pancetta, gruviera e aglio. Raggiunta la consacrazione definitiva nel 1960 su “La grande cucina”, libro di Luigi Carnacina, la carbonara ebbe continue evoluzioni attraverso i decenni, fino a stabilizzarsi soltanto negli anni Novanta, con i tre ingredienti classici che tutti conoscono: uova, pecorinoo e guanciale, con l'aggiunta di abbondante pepe nero.


"Nessuno ha mai creato un piatto dal nulla, ma è sempre partito da qualcosa di preesistente, applicando ad esso variazioni e miglioramenti – afferma Cesari -. Studiare la cucina che ci ha preceduto amplia il bagaglio culturale di un cuoco, come lo farebbe l' incontro con la gastronomia di un altro paese e gli permette di avere più riferimenti per le proprie creazioni.La selezione degli ingredienti, le tecniche ei metodi di realizzazione dei piatti derivano tutti da una tradizione secolare che abbiamo alle spalle su cui poggiamo per fare cucina. Molto spesso questo riferimento è inconsapevole, mentre l'analisi storica aiuta a capire in quale modo e come mai un piatto si è evoluto nella forma che conosciamo oggi".


"Studiare le origini di una ricetta e la storia dei piatti è un passaggio fondamentale per un giovane cuoco che si avvicina a questa professione - spiega Mori -. A parte i curiosi episodi di ‘colore’ restituiti dalle cronache, la cucina italiana si basa su una continua innovazione e sulla sintesi di quanto meglio esiste nelle culture del mondo. Pertanto, riconoscere l'origine americana della carbonara non rappresenta un 'tradimento', ma una presa di coscienza della nostra cultura. L'Università della Cucina Italiana osserva la tradizione culinaria con occhi scevri da interessi, tale da guardare al futuro con un approccio laico, aperto alla sintesi culturale e mai sull'isolazionismo".


L'Università della Cucina Italiana è l'unica scuola di cucina con valore accademico in Italia, i corsi che propone hanno valore legale e sono riconosciuti dal Ministero dell'Università e della Ricerca, poiché certificati da un Ateneo pubblico a partecipazione statale. Il partner formativo è l'Ateneo IUL (Università Telematica degli Studi), la proposta si articola tra Master di I° livello e Corsi di alta formazione. Nel primo caso possono accedere i partecipanti con laurea triennale, nel secondo è necessario un diploma di scuola superiore quinquennale. L'inizio delle lezioni del quinto anno è previsto il prossimo ottobre 

Tutte le informazioni su universitacucinaitaliana.it


Fabrizio Del Bimbo 

martedì 4 luglio 2023

I nostri ori: Conad valorizza i prodotti d’eccellenza della Toscana

 


Presentato il 4 luglio in Regione il progetto di Conad nord ovest che presenta una selezione dei migliori prodotti locali





“I nostri ori” di Conad


Valorizzazione i territori, le loro specificità e le loro produzioni. È questo l’obiettivo del progetto “I nostri ori” di Conad nord ovest, che è stato presentato oggi in Regione. L’iniziativa comprende la selezione dei migliori prodotti locali, garantiti per provenienza e qualità. L’accurata gamma di prodotti è il cuore, il risultato e il motore di una strategia commerciale mirata ad offrire al cliente una proposta di qualità, certificata e sostenibile.



“Siamo di fronte ad una iniziativa di grande valore, sia dal punto di vista della scelta aziendale, che da quello economico, sia per i suoi riflessi sul modo di consumare dei cittadini e per il messaggio che lancia – ha commentato il presidente della Toscana, Eugenio Giani – la scelta compiuta da Conad di valorizzare i territori e i prodotti locali è da condividere pienamente. È perfettamente in linea con l’impegno che sta producendo la Regione per una politica di valorizzazione delle filiere locali del nostro ricchissimo agroalimentare, che può contare su una base di elevata qualità e su 16 Dop e 15 Igp. Conad ha in Toscana il maggior radicamento, e realizza qui oltre un terzo del suo fatturato, potendo contare su una rete di quasi 400 fornitori. È presente con 191 punti vendita gestiti da 113 soci imprenditori e dà lavoro ad oltre 6.200 occupati. Si tratta di una realtà ben radicata, in grado di produrre una fetta significativa del nostro Pil agroalimentare. Siamo quindi ben felici di ospitare la prima tappa di questo suo nuovo tour promozionale e di tenere a battesimo la sua scelta, basata sulla qualità e sulla valorizzazione delle produzioni e dei produttori toscani”


Una scelta distintiva a cui Conad Nord Ovest ha voluto dare valore attraverso l’attenta selezione mirata di prodotti con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la leva del localismo. Un lavoro continuo di indagine, studio e ricerca svolto anche in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), vera eccellenza nella trasmissione della cultura enogastronomica Italiana.


In Toscana una rete di 398 fornitori locali


“Uniamo localismo e sostenibilità per la crescita del territorio e il valore futuro – ha dichiarato l’amministratore delegato di Conad Nord Ovest, Adamo Ascari – il nostro lavoro rappresenta un volano per la crescita delle comunità in cui operiamo, creando valore non solo in termini economici, ma anche sociali e ambientali, supportando un consumo consapevole e uno sviluppo sostenibile del tessuto produttivo locale. L’impegno orientato alla sostenibilità lo abbiamo quest’anno rendicontato all’interno del primo rapporto di Sostenibilità della cooperativa che dimostra chiaramente la nostra visione per il futuro”.


Durante l’incontro Conad Nord Ovest ha ribadito il proprio impegno partendo proprio dalla Toscana, terra ricca di eccellenze dove la Cooperativa insieme ai propri Soci sostiene una rete di 398 fornitori locali che nel 2022 hanno generato un fatturato di 122 milioni di euro e di 46 produttori ortofrutticoli consorziati al Consorzio Ori di Toscana che esprimono un fatturato di oltre 16 milioni di euro.


Fabrizio Del Bimbo 


venerdì 30 giugno 2023

Salumifici Bordoni e San Michele, due eccellenze italiane


Il Salumificio Bordoni nasce in Valtellina nel 1964, con la piccola macelleria di famiglia, in un paesino delle Alpi Centrali italiane dal fascino incontaminato e suggestivo. In Valtellina il clima è secco, la temperatura è costante e l’aria è fresca e tersa: tutto garantisce alla bresaola del Salumificio Bordoni le condizioni ideali per diventare un’eccellenza della gastronomia italiana. Grazie al legame con il territorio, all’alta qualità delle materie prime, al valore delle tradizioni e alla passione per il mestiere, la famiglia Bordoni, nel 1997, trasforma il piccolo salumificio nel suo primo stabilimento produttivo. In pochi anni l’impegno nell’attività di produzione, la collaborazione con i più grandi marchi della salumeria e l’esportazione del prodotto all’estero, permettono a Salumificio Bordoni di ottenere il riconoscimento di Membro del Consorzio di tutela della Bresaola della Valtellina.


Nel 1964 Pietro Bordoni, detto “nonno Pietro”, dà avvio alla sua personale produzione di bresaola, nella macelleria di famiglia. Il successo è immediato.

Prima la gente del posto, poi i turisti che vanno alla scoperta della Valtellina: tutti si innamorano della bresaola Bordoni, con quel suo gusto morbido e delicato.

La stessa passione e professionalità di un tempo si ritrova ancora oggi, con la famiglia Bordoni: Barbara, Giorgia e il papà Dario. La seconda e terza generazione della famiglia portano avanti i valori che hanno caratterizzato il passato e che rappresentano il futuro dell’azienda Bordoni: tradizione, qualità e arte del gusto.


L'ultima novità di prodotto Bordoni è BRESAOLA 2GO, l’innovativa julienne di bresaola nel pratico formato doypack, perfetta per essere trasportata ovunque e per lo stile di vita "on the go". La particolarità di BRESAOLA 2GO è quella di essere un prodotto dalle infinite possibilità: può essere una merenda golosa per tutte le età, un topping inaspettato per insalate e pokè oppure uno snack proteico pre-allenamento. La julienne di bresaola è ottenuta dai migliori tagli di carne, lavorati secondo l'antica ricetta di famiglia Bordoni e sapientemente stagionati.




Il Salumificio San Michele inizia la sua attività più di 40 anni fa a San Michele Tiorre (Felino), alle porte di Parma, nel cuore della Food Valley. Nasce come prosciuttificio nel 1978 ad opera della famiglia Cremonesi, che ancora oggi ne è proprietaria. Nel corso degli anni allo stabilimento storico si sono aggiunti prima lo stabilimento di Langhirano, poi quello di Offanengo, dedicato al disosso e alla logistica, infine, un secondo impianto sempre a Langhirano, dedicato all’affettamento. La tradizione e l’esperienza acquisite hanno portato l’azienda ad integrare completamente tutte le fasi di lavorazione e produzione del prosciutto.  Grazie a questi ampliamenti, San Michele produce oggi circa 800.000 prosciutti all’anno, riuscendo a soddisfare le crescenti richieste sia da parte del mercato nazionale che da quello estero.






Un nuovo prodotto San Michele è LIBRA, il prosciutto crudo 2.0, ricco di potassio e caratterizzato da un contenuto di sodio ridotto del 25% rispetto ai prosciutti crudi tradizionali. LIBRA è un prodotto ideale per i consumatori attenti al proprio benessere che cercano di limitare l'assunzione di sale nella propria dieta, perfetto per il lifestyle "healthy" dell'uomo moderno e per i trend di mercato che virano sempre più verso prodotti che siano il perfetto connubio tra qualità, gusto e salute. Salumificio San Michele si distingue per la sua attenzione alla qualità delle materie prime e alla cura artigianale nella produzione dei suoi salumi, che rappresentano un'eccellenza del made in Italy nel mondo.


Nicoletta Curradi 


martedì 11 aprile 2023

Andrea Candito è il nuovo Head Chef del Golden View


Dopo cinque anni Paolo Secci lascia il timone al suo Sous Chef. 




Cambio della guardia nella cucina del Golden View. Dopo cinque anni come Head Chef del ristorante con la vista più bella su Ponte Vecchio, a Firenze, Paolo Secci lascia il timone al secondo, Andrea Candito, per dedicarsi alle consulenze nel mondo della ristorazione.


“Con Paolo sono stati anni di crescita, grazie alla sua cucina il ristorante ha conquistato un posto d’onore tra i luoghi d’eccellenza, adesso il nostro impegno, insieme ad Andrea sarà quello di mantenere l’alto livello culinario che tutti conoscono, puntando sempre all’eccellenza. Credo nella meritocrazia e nella possibilità di dare spazio a miei dipendenti. In questi anni gli chef del Golden View sono arrivati al timone dall’interno della nostra cucina, e questo è un valore aggiunto, per loro e per l’azienda”.


Così Tommaso Grasso, che vent’anni fa apriva il ristorante con l’intento di portarlo all’altezza della sua ubicazione, di fronte alla Galleria degli Uffizi, nell’epicentro culturale del capoluogo toscano. 


Andrea Candito, classe ’91, origini partenopee, nasce in una famiglia di noti ristoratori - il fratello è uno dei migliori pizzaioli al mondo secondo il Gambero Rosso - che si dividono tra Napoli e Londra. Un’arte culinaria che Candito ha espresso per realtà stellate come Arnolfo a Colle Val d’Elsa e Il Pellicano all’Argentario, oltre che all’estero. Sulla tavola farà conoscere il proprio stile, esaltando i sapori della tradizione, territorialità e valore delle materie prime, in perfetta continuità rispetto a un percorso già molto apprezzato da una clientela gourmet e internazionale. Candito promette una cucina davvero preziosa come  Il panorama che si gode dal Golden View.


Nicoletta Curradi 


lunedì 3 aprile 2023

Alla scoperta della Robiola di Roccaverano DOP

 




Oggi parliamo della Robiola di Roccaverano DOP,  un formaggio a pasta morbida prodotto con latte crudo intero di capra in purezza, oppure in misura minima del 50% con aggiunta, in rapporto variabile, di latte crudo intero di vacca e/o pecora in misura massima del 50%. Il latte deve essere ottenuto da capre di razza Roccaverano e Camosciata Alpina e loro incroci, da pecore di razza Pecora delle Langhe e da bovine di razza Piemontese e Bruna Alpina e loro incroci. Si distingue nelle tipologie Fresca oppure Affinata o Stagionata.


La zona di produzione ricade nei comuni di Bubbio, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole, Vesime situati in provincia di Asti e nei comuni di Cartosio, Castelletto d’Erro, Denice, Malvicino, Merana, Montechiaro d’Acqui, Pareto, Ponti, Spigno situati in provincia di Alessandria, in Piemonte.


Il latte utilizzato proviene da mungiture consecutive effettuate in un arco di tempo che va dalle 24 alle 48 ore. Dopo che è avvenuta l’acidificazione naturale, al latte viene addizionato caglio di origine animale e poi lasciato a riposo per un tempo di coagulazione dalle 8 alle 36 ore in funzione delle condizioni climatiche e ambientali di lavorazione. Si procede quindi al trasferimento della cagliata acida in appositi stampi forati muniti di fondo. Prima della formatura può essere effettuato uno spurgo del siero per sgocciolamento in tele. La sosta negli stampi si protrae fino a 48 ore con rivoltamenti periodici. La salatura è effettuata a secco sulle due facce del prodotto durante i rivoltamenti o al termine del processo di formatura. La maturazione naturale avviene conservando il prodotto fresco in appositi locali per almeno tre giorni. La Robiola di Roccaverano DOP è considerata stagionata a partire dal decimo giorno dalla messa negli stampi.


La Robiola di Roccaverano DOP presenta una forma cilindrica con facce piane leggermente orlate, il peso varia dai 250 ai 400 g circa e l’altezza da 2,5 a 4 cm. Si distingue in Fresca (maturata da 4-10 giorni) e Affinata o Stagionata (minimo 11 giorni di stagionatura). La crosta è assente o con presenza di una lieve fioritura naturale di muffe sul prodotto fresco, mentre è di colore paglierino o rossiccia sul prodotto affinato o stagionato. La pasta è finemente granulosa, cremosa e morbida nel formaggio fresco e diventa sempre più compatta con il protrarsi della stagionatura. Il colore varia dal bianco latte al crema e/o al giallo. Il sapore e l’aroma risultano delicati, saporiti e leggermente aciduli, più decisi nel prodotto stagionato.


Le sue origini risalgono ai Celti, che stabilitisi in Liguria iniziarono a produrre un formaggio molto simile. Fu poi con l’avvento dei Romani che il formaggio prese il nome di rubeola, dal latino ruber, termine con cui veniva indicato il colore assunto dalla crosta al termine della stagionatura.


La Robiola di Roccaverano DOP, se conservata in frigorifero, va riposta su un piatto di porcellana o ceramica e coperta da una scodella dello stesso materiale, in modo che la porosità dei recipienti lasci respirare il formaggio. In alcune aree viene conservata sott’olio. Ottima come formaggio da tavola, sia fresca che stagionata, è prelibata condita con olio e un po’ di peperoncino. È tuttavia utilizzata anche come ingrediente per la preparazione dei ripieni di piatti tipici della gastronomia locale. La delicatezza della robiola fresca richiede l’abbinamento con un vino bianco di carattere, anche maturo e profondo, mentre le robiole stagionate si adattano bene a vini rossi strutturati, alle vendemmie tardive e ai passiti.


Il Consorzio di Tutela del Formaggio Robiola di Roccaverano D.O.P. è formato dai produttori ed affinatori e vigila sulle produzioni e commercializzazioni dei prodotti marchiati.Le denominazioni ai formaggi sono date sulla base di rigidi disciplinari di produzione, che ne delimitano le zone produttive, le tecniche di lavorazione, i caratteri organolettici e sensoriali (sapori – colori – profumi) e ne riconoscono un marchio di garanzia, a tutela sia del produttore che del consumatore. I formaggi riconosciuti costituiscono un patrimonio alimentare e culturale di inestimabile valore, un vanto regionale evidenziato ovunque, la cui autenticità è garantita dai marchi impressi sulle etichette.


Nicoletta Curradi 


giovedì 30 marzo 2023

Un nuovo caffè letterario a Firenze: apre Ditta Artigianale Piazza Ferrucci

 


Con un design ispirato alla natura nella ristrutturazione a cura di studio q-bic, apre in piazza Ferrucci un ambiente da vivere durante tutto l’arco della giornata, dalla colazione all’aperitivo. Lo spazio esterno è stato curato dalla paesaggista Silvia Ghirelli.

È un luogo dove rilassarsi e prendersi una pausa dalla frenesia di tutti i giorni, dove è possibile acquistare i quotidiani oppure il pane appena sfornato in un laboratorio di pasticceria e panificazione all’avanguardia, che si pone l’obiettivo di rivoluzionare il concetto di pasticceria e forno

Xon Ditta Artigianale in piazza Ferrucci tornano i caffè letterari a Firenze. Ambienti ispirati al mondo tropicale, linee pulite e colori naturali che riprendono le sfumature del verde, collegandosi simbolicamente al giardino esterno, per un ambiente da vivere durante tutto l’arco della giornata, dalla colazione all’aperitivo. Un luogo unico nel suo genere, che il brand fondato nel 2013 dal pluripremiato campione baristi e coffee expert Francesco Sanapo e da Patrick Hoffer ha pensato principalmente per i residenti, trasformandolo in un’oasi del buon vivere.


A 10 anni dall’inaugurazione del primo locale in via dei Neri, dopo le aperture in via dello Sprone, via Carducci, lungarno Soderini e lo sbarco oltreoceano in Canada, Firenze vede la nascita della quinta caffetteria dedicata al consumo consapevole di caffè e la rigenerazione di uno storico angolo di città, a cui i fiorentini sono particolarmente affezionati. Partita nel 2013 con un solo dipendente, oggi Ditta Artigianale è una realtà che dà lavoro a 105 persone, provenienti perlopiù dal territorio toscano. Per questa apertura sono state assunte 18 persone, mentre altre 7 dovrebbero aggiungersi nei prossimi mesi. È stata  avviata anche una collaborazione con la startup benefit “Fody Fabrics”, che realizza coperte per senzatetto, rifugiati e animali abbandonati dagli scarti tessili, formando ragazzi con disabilità intellettive. I plaid che i clienti di Ditta Artigianale piazza Ferrucci troveranno sui divanetti esterni sono stati realizzati da “Fody” e contribuiscono a sostenere il progetto della cooperativa pistoiese per proteggere dal freddo invernale i soggetti più fragili e al contempo ridurre le emissioni di Co2 altrimenti prodotte dallo smaltimento dei tessuti.



“Questo locale vuole rappresentare il proseguimento della nostra storia d’amore con Firenze – racconta Francesco Sanapo, pluripremiato campione barista ed assaggiatore e fondatore, insieme a Patrick Hoffer, di Ditta Artigianale. – Siamo partiti in luoghi prettamente turistici, poi l’approdo in Sant’Ambrogio per aprire il brand ai fiorentini, mentre con Ferrucci abbiamo voluto riportare in vita un luogo che è stato per anni centro di ritrovo ed aggregazione, dandogli però una nuova veste, sia nel format che nel design. Uno spazio pensato non solo per fare colazione o prendere un caffè al volo, ma soprattutto per essere un luogo di cultura, un’oasi dove fermarsi tra isole verdi, in risposta alla necessità di tornare ad incontrarsi e a confrontarsi davanti ad una tazzina. Ultimo aspetto, non meno importante, la grande attenzione verso i residenti che ci porta a tenere aperto il locale dalle 7 alle 23”.


 La novità più importante di “Ditta Artigianale piazza Ferrucci” riguarda la bakery, un laboratorio di pasticceria e di panificazione all’avanguardia, che si pone l’obiettivo di rivoluzionare il concetto di pasticceria e forno. La bakery  si ispira alla scuola di pasticceria francese e nordeuropea, con influenza nordamericana, dandogli un tocco italiano e fiorentino. La pastry chef, Francesca Grillotti è un talento fiorentino dell’arte della pasticceria, che ha sposato il progetto Ditta Artigianale bakery perché unita dalla voglia di fare eccellenza e presentare al pubblico una pasticceria moderna ed internazionale, che vede il punto più alto nei dolci lievitati, dal croissant al pain chocolate, fino all’interpretazione dei “buns”, banana bread & loaf, choccolate babka, carrot cake, red velvet e cheese cake. Oltre alla pasticceria il laboratorio guidato da Francesca Grillotti sfornerà anche alcune tipologie di pane di altissima qualità e per farlo Ditta Artigianale si affiancherà al bread master newyorkese Joshua Shuffman, che seguirà lo sviluppo delle specialità salate e tutti i prodotti di panificazione. In Ditta Artigianale piazza Ferrucci si potrà acquistare e portare via i dolci, ma anche il pane (fatto con lievito madre, lunga lievitazione e farine speciali) da portare a casa.


 La cucina è invece coordinata dallo chef Giacomo Faberi, che ha ideato ricette di ispirazione etnica, provenienti da varie parti del mondo. Tra le portate, si citano l’ “Asparagus Pesto Toast W/Burrata OR Tofu”, un toast croccante con ricco pesto fatto in casa di asparagi, accompagnato da spinaci, mandorle tostate, pomodorini freschi e servito scegliendo tra Tofu marinato speciale oppure con Burrata; La “Caesar Salad”, insalata con spinaci freschi, salsa Caesar fatta in casa, bacon croccante, pollo cotto a bassa temperatura, cubetti di pane croccante e scaglie di parmigiano; il “power Quinoa Bowl”, insalata con quinoa, asparagi, edamame, agretti, cipolla candita, avocado, salsa tahini artigianale, ravanelli, fragole, germogli di piselli, mandorle tostate e pomodorini. La colazione è invece divisa in italiana (con croissant, dolci e torte tipiche della tradizione nostrana) ed internazionale, con french toast, pancakes, uova strapazzate.


Tra i caffè serviti ci sarà il “MammaMia Espresso Blend”, pensato per coloro che non amano l'acidità e i sentori particolarmente fruttati. Un caffè che raggiunge un perfetto bilanciamento in tazza, dove tutte le principali caratteristiche (acidità, dolcezza e amaro) lavorano insieme in piena armonia. Per questo locale, tuttavia, l’idea non è quella di proporre specifiche varietà di caffè, ma raccontare ogni mese una piccola azienda agricola, con cui collabora Ditta Artigianale, con i relativi prodotti. Il fil rouge sarà, come per gli altri locali, la promozione del consumo consapevole, con garanzie sulla filiera di provenienza di caffè e non solo e sul benessere delle persone che lavorano nelle piantagioni, unito alla salvaguardia dell’ambiente. In menu anche due signature coffee drinks, pensati per il nuovo locale: il “Blueberry Ice Cream Latte” ed il “Coffee Sunrise”. La macchina per i caffè è targata Victoria Arduino, modello Maverick con sistema pure brew, e macinini Mythos con macinatura on demand che garantiscono una macinatura precisa, mentre il sistema di controllo e depurazione acqua è stato affidato all’azienda BWT Water+more, che garantisce un’acqua perfetta per l’estrazione del caffe. 


  Riguardo ai cocktail, invece, la selezione è stata affidata al bartender Emanuele Ventura, che racconterà la sua interpretazione di miscelazione, offrendo una sorta di ‘viaggio’ nel mondo dei signature cocktail.


 La  ristrutturazione è stata curata, come per gli altri locali, dallo Studio q-bic dei fratelli Luca e Marco Baldini, che per rigenerare i circa 200 metri quadri dell’interno ed i 300 metri quadri dell’esterno si sono ispirati al grande giardino che si affaccia su piazza Ferrucci, creando una sorta di spazio unico. 


Fabrizio Del Bimbo 


lunedì 27 marzo 2023

La colomba Melegatti al caffè Borbone, delizia pasquale

 



Frutto della collaborazione con Caffè Borbone, azienda leader nel settore della torrefazione, la prelibata colomba Melegatti al caffè Borbone raccoglie in sé l’aroma intenso e unico del Caffè Borbone e la golosità del cioccolato. Il soffice impasto al caffè, farcito con gocce di cioccolato belga fondente e crema caffè, è ricoperto di cioccolato bianco e deliziose mini praline. Una vera delizia.


Il concetto di famiglia si estende ad amici e persone care, individui differenti, ciascuno con la propria personalità, ma che insieme creano un’armoniosa unità, più complessa e ricca.


Come una grande famiglia, le Colombe Melegatti sono la fusione di una moltitudine di consistenze e sentori. La sofficità dell’impasto, la croccantezza della glassa e i gustosi canditi si uniscono armonicamente per creare una ricchezza di gusto unica e inconfondibile.


Nicoletta Curradi 


venerdì 10 marzo 2023

Il miele biologico italiano Tenuta se l Cigno

 



Un campo profumato di fiori, circondato da lavanda, e quindici arnie dove le api possono trovare un ambiente naturale e adatto a loro: nasce così il miele biologico italiano della Tenuta Del Cigno, un alimento naturale e prezioso per tutta la famiglia.


Il miele della Tenuta del Cigno racconta la terra d’origine, i profumi e i fiori del luogo dove le api hanno bottinato: le arnie sono infatti circondate da quattro ettari dedicati alla coltivazione di Lavanda di Modena® biologica, da un orto alla francese dedicato alla coltivazione di erbe aromatiche e officinali, e da fiori profumati. Tutte queste essenze, questi profumi e questi aromi “contaminano” il miele dell’azienda agricola e il benessere delle api donando a questo prodotto note di fiori di campo e di erbe aromatiche come il timo.


Il miele biologico italiano della Tenuta Del Cigno è un prodotto cento per cento naturale e artigianale, che con il passare del tempo cristallizza; è importante sottolineare che questo processo, del tutto naturale, sta ad indicare la buona qualità del prodotto. Quando il miele cristallizza significa che non ha subito trattamenti industriali ed è quindi naturale e autentico. Inoltre, è completamente biologico e non viene sottoposto a processi ad alta temperatura: una volta che l’apicoltore lo ha smielato, cioè tolto dal favo, viene eseguita una lavorazione a freddo senza riscaldamento del miele e conseguente alterazione del prodotto. In questo modo ne vengono preservate tutte le caratteristiche nutrizionali e il prodotto non subisce alcun processo di filtrazione prima di essere messo in vaso.


Si presenta con colore giallo bello intenso, caldo e vicino all’oro, a sottolinearne la dolcezza. Ha un sapore delicato, che stupisce per la sua genuinità, con note di lavanda, fiori di campo e timo. Il profumo è vagamente floreale, con sentori di fiori di acacia, il sapore è dolce e delicato.


E’ possibile acquistare il miele e i prodotti dell’azienda agricola sull’eshop dedicato oppure contattando: info@tenutadelcigno.com, tel. 059 465063 (lunedì/venerdì 09/13 – 14.30/18).

Nicoletta Curradi 


martedì 28 febbraio 2023

SquisITA – L’Italia in un boccone: l'evento METRO Italia per valorizzare i migliori prodotti enogastronomici toscani

 



  Promuovere le eccellenze tipiche del territorio e sostenere i produttori locali: ecco alcuni dei pilastri della strategia di sostenibilità di METRO Italia, che favorisce il dibattito tra tutti gli attori della filiera dei consumi fuori casa sulla valorizzazione dell’enogastronomia Made in Italy della Regione Toscana.


Nella suggestiva cornice del ristorante La Leggenda Dei Frati degli chef Filippo Saporito e Ombretta Giovannini a Firenze, METRO Italia ha organizzato un confronto sulla promozione delle eccellenze enogastronomiche locali, sostenendo il legame con il territorio di origine e favorendo l’adozione da parte dei ristoratori di materie prime eccellenti, simbolo della tradizione locale.


Presenti al dibattito i rappresentanti istituzionali locali Stefania Saccardi, Assessore regionale all’agroalimentare, Mirco Rufilli, Consigliere Comunale nella Commissione Sviluppo Economico, Jacopo Cellai, Consigliere Comunale nella Commissione Sviluppo Economico e i produttori locali Del Colle e Storica Fattoria Palagiaccio.




L’evento ha rappresentato la quinta tappa del tour “SquisITA – L’Italia in un boccone”, promosso da METRO Italia nel 2022 in occasione del suo 50° anniversario per sottolineare il forte legame dell’azienda con le produzioni eccellenti del territorio in tutto il paese.


A livello nazionale, METRO conta circa 7000 prodotti locali in assortimento nei propri Store, di cui oltre 970 del territorio toscano. Per garantire un’ampia offerta di eccellenze regionali, METRO Italia collabora con 120 aziende e piccole e medie imprese della Toscana, che forniscono numerosi prodotti come vino, formaggi, salumi, ortofrutta e pesce, molti dei quali certificati IGP (32), PAT (30), DOP (49) e DOCG (31). METRO sostiene così il tessuto socio-economico locale, permettendo ai professionisti dell’HoReCa toscani di creare un'offerta più distintiva e di valore, facendo leva su prodotti locali e di qualità.


“Le tradizioni culinarie e le tipicità della Toscana rivestono un ruolo centrale per la nostra cultura gastronomica, un tesoro inestimabile che noi di METRO Italia vogliamo continuare a promuovere e valorizzare. Per farlo, scendiamo in campo al fianco dei produttori e dei professionisti dell’HoReCa, sostenendo il tessuto socio-economico locale anche in un’ottica di sostenibilità.” - afferma Marco Cosi, Head of Beverage, Wine, Near Food and Localism - “Abbiamo deciso di tenere a Firenze la quinta tappa del tour SquisITA perché il territorio toscano gioca un ruolo fondamentale per l’azienda nel supportare una strategia che punta sempre di più alla valorizzazione del Made in Italy.”



“Nel Menù della Leggenda tutti i piatti rendono omaggio alle materie prime scelte con cura e ciascuna con la propria storia. Una volta assaggiati dagli ospiti, è lì che gli ingredienti prendono senso, insieme al nostro mestiere che è quello di creare piatti e comporre alchimie che nutrono le persone facendosi parte di loro per sempre: un gesto d’amore silenzioso quello del cibo sul piatto, ma saturo di meraviglia“  dichiarano gli chef Filippo Saporito e Ombretta Giovannini.


“La qualità parte dal campo! Promuoviamo un modello di filiera agricola sicura, tracciata, attenta ai minimi dettagli, etica e sostenibile, che sappia garantire ai professionisti della ristorazione prodotti dalle eccellenti proprietà organolettiche, sensoriali e nutrizionali.” – afferma Patrizia Ferradini, presidente di Del Colle.


“Crediamo che la ricerca della qualità sia un obiettivo da perseguire per condurre un sano stile di vita. I numeri limitati, i volumi ridotti e le lavorazioni meticolose ed esclusivamente artigianali assicurano l’attenzione e la cura per i nostri prodotti e ci consentono di fare “Qualità” con un’agricoltura che fa rima con natura. Trasparenza, filiera cortissima e costante monitoraggio sono la garanzia di un prodotto del territorio, vero ed estremamente sicuro.” – concludono Carlo e Luigi Bolli, titolari della Storica Fattoria Palagiaccio.


 Fabrizio Del Bimbo